L’Italia sarebbe un Paese migliore se non ci fosse evasione.
Si certo lo pensiamo tutti, non solo i governanti... Anzi mi correggo: lo pensiamo quasi tutti e non è detto che lo pensino tutti i governanti.
Quello che è certo è che la lotta all’evasione NON risolve il deficit dello Stato. E’ solo un problema di ridistribuzione, un serio problema di equità sociale, ma non risolve lo squilibrio delle casse sociali.
Ecco infatti quello che i politici non spiegano ai contribuenti.
La pressione fiscale in Italia, nel 2011 è del 42,5% (dati comunicati dal Tesoro). Salirà al 43,8% nel 2012: grazie Governo tecnico!).
In base ai dati elaborati dall’Ocse (anno 2010) l’Italia è quindi il quarto paese europeo con la maggiore pressione fiscale, preceduto da Belgio (di poco), Svezia e Danimarca; comunque al disopra della media europea di 5 punti percentuali. La decantata Germania ha un 36,3%.
In base alle recenti chiacchiere riportate da tutti gli illustri giornalisti, l’evasione in Italia si attesterebbe tra i 180 e i 275 miliardi di euro (dalle 6 alle 10 manovre finanziarie…)
Poichè il Pil è di 1.548 miliardi (Istat 2010), se i dati dell’evasione fossero veri, la pressione fiscale in Italia sarebbe fissata al 54% (evasione di 180 miliardi) ovvero al 60% (evasione di 275 miliardi).
Appare evidente che un sistema con pressione fiscale così elevata non può reggere, il reddito consumabile sarebbe troppo esiguo e la crescita del sistema impossibile.
Auspichiamo una seria lotta all'evasione, ma per sistemare i conti dello Stato resta solo una soluzione: tagliare i costi.