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martedì 24 agosto 2010

Perché dimentichiamo di ricordarci

Non basta un’intelligenza sopra la media; neanche una memoria sopra la media. E’ un problema irrisolto: le password sicure si dimenticano.
Nonostante ciò il Garante della privacy è stato chiaro al riguardo: almeno otto caratteri, non contenere riferimenti personali, cambiarla ogni tre o sei mesi (a seconda dei dati conservati).
Ma ha sopravvalutato la psiche umana.
Una dimostrazione?
Il “New York Times” sicuramente annovera tra i suoi lettori persone di cultura e memoria superiore. Ebbene, ha dichiarato che ogni settimana 1.000 dei suoi lettori richiedono la sostituzione della password perchè dimenticata e che il 15% dei nuovi utenti in realtà sono già registrati ma hanno dimenticato sia username che password (qualcuno forse s’è dimenticato pure di essersi già registrato).
Ecco perchè ognuno di noi escogita un sistema che, incurante della sicurezza, permette di non passare per imbecille con l’amministratore di rete.
Spesso non pensando troppo alle disgrazie che seguiranno....
Neanche all’Agenzia delle Entrate, il personale riesce a tenere segrete le proprie credenziali: negli ultimi anni si è generata una serie infinita di arresti, da Milano a Palermo, di funzionari che con le password di ignari colleghi procedevano a indebiti sgravi fiscali....
In definitiva la prossima volta che dimentichiamo una password non vale la pena affliggersi: è assolutamente umano.
Un trucco degli esperti (per quel che può valere...): non pensate troppo alla nuova password, se passate i due minuti resterà totalmente segreta. Anche a voi.